Quindi, forse, paradossalmente, in definitiva, la cattiveria attanaglia la persona che ha inviato la cattiveria, e salva la persona che ha ricevuto la cattiveria? Eppure proseguo il cammino della vita avendo la convinzione forse illusoria che il tremendo soffocante immobilismo che attanaglia non possa essere completamente un fastidio inutile, quindi continuamente conserverei il concetto forse illusorio che oltre il tunnel esista un premio, esista un premio derivante dallo stato di vita fastidioso? Il fatto è che la logica addebiterebbe la mia situazione immobilista al fatto che incontrai ostacoli che non osai affrontare, invece la logica superstiziosa insinua che esista un motivo particolare a causa del quale io sia rimasto immobilizzato, come se il fato sia a conoscenza del fatto che io debba compiere qualche atto proficuo presso le zone presso le quali avvertii senso di immobilismo, piuttosto che altrove?