A questo punto, qualcuno, potrebbe pensare che io stia esagerando (anche confondendo realtà e finzione), e potrebbe avere ragione. Le informazioni da me divulgate in generale (racconti di fantasia) e quindi anche le informazioni riguardanti la Scandinavia potrebbero essere finte, proprio come è finzione il documentario “Svezia inferno e paradiso (1968)” di Luigi Scattini (R.I.P.). E infatti “Svezia inferno e paradiso” è un cosiddetto documentario che nemmeno ho avuto la possibilità di visionare interamente in lingua italiana. E, per la cronaca, l’unica lingua che capisco benissimo è la lingua italiana. Comunque, pare che si trattò di un film che favorì i viaggi turistici in Svezia e incassò in lire italiane (nostalgia?) una cifra record. Eppure, ironia della sorte, il regista Scattini, nonostante il boom turistico che probabilmente favorì dall’Italia alla Svezia, pare che subì divieto di recarsi in Svezia per diversi anni. Dunque, visionando il documentario che fu distribuito quando io ebbi “dodici anni negativi” (io nacqui nel 1980), potreste farvi una idea di ciò che io vidi visitando molti anni dopo la Svezia. Mi recai (come affetto da una sorta di “Svezia-dipendenza”) in Europa settentrionale persino poco tempo fa, nel delicato particolare anno 2020.