((PRELUDIO ALL’OTTAVO PRELUDIO)) seconda parte

Io avrei vissuto una solitaria straordinaria ventina di anni come uomo «super sportivo», eppure in maniera assai alternativa, assai discontinua, e utilizzando raramente telefono cellulare, applicandomi poco in attività lavorativa retribuita.
Io, ad esempio, non ho lavorato in miniere.
Per un breve periodo, l’anno scorso, fui in contatto tramite posta elettronica con un lavoratore situato presso Longyearbyen.
Tramite messaggio, mi assicurò aiuto logistico, nel caso in cui avessi deciso di raggiungere le Svalbard.
Non ebbi il coraggio di raggiungere l’estremissimo nord.
Se avessi deciso di raggiungere l’estremissimo nord, forse avrei trovato attività lavorativa solamente presso una miniera, e ciò forse avrebbe significato la «morte».
In altre parole, io, probabilmente avventuriero come non molte altre persone, (non) ebbi (in)consciamente desideri suicidi talmente forti che mi invogliarono a lavori o attività sportive avventurose troppo rischiose.
Inoltre, nonostante il fatto che io mi chiamo “rossi”, io non parlo russo (è facile trovare scuse per non lavorare), non parlo lingue norvegesi, nemmeno parlo nasdat, forse la notte russo.
Almeno, a poche miglia di distanza da casa mia, quando ebbi quasi trenta anni, visitai, assieme ad altre persone, attraverso visita guidata, una miniera.
La guida fu un anziano che spiegò che veramente, quando fu giovane, lavorò presso la miniera che visitai.
I racconti riguardanti la vita vissuta dell’anziano nella miniera furono impressionanti.
Spesso furono racconti che in me generarono incomprensione, racconti troppo ricchi di dettagli tecnici.
Eppure ricordo bene quando l’anziano fece scoppiare un petardo potentissimo all’interno della miniera, e spiegò che il rumore provocato dallo scoppio del petardo fu assai inferiore rispetto a rumori che avvennero lavorando all’interno della miniera.
Eppure considero maggiormente impressionanti le letture riguardanti numerosi bambini inglesi che lavorarono in cunicoli stretti di miniere.
Il negativo terribile lavoro minorile è certamente un fenomeno sociale che va contrastato.
Eppure, rimane il fatto che, nella vita, a volte, il forte sforzo (fisico e o intellettuale) ottiene la premiazione, magari (quasi) immediatamente, magari dopo (molti anni, dopo) alcune generazioni.
Il destino fato ha decretato la lingua inglese come principale attuale lingua di comunicazione internazionale, e un motivo potrebbe essere la grossa fatica che fecero gli antenati degli inglesi, grossa fatica che gli altri popoli forse fecero in maniera minore.
Mentre io non partecipai alla guerra in Vietnam, almeno lessi un libro che spiegò in maniera dettagliata gli orrori vissuti da componenti delle forze armate statunitensi in Vietnam.
Forse la guerra in Vietnam non fu una guerra giusta, comunque resta il fatto che forze armate statunitensi parteciparono personalmente alla terribile guerra, mentre altri popoli non parteciparono personalmente.
La presupposta attuale superiorità mondiale degli USA potrebbe quindi anche derivare da grossi sacrifici che, forse, altri popoli conobbero in misura minore.
A volte, camminando per strade conosciute, o presso altri luoghi a bassa pericolosità, ebbi l’abitudine di effettuare meticolosa osservazione di persone di luoghi di oggetti a destra a sinistra in alto in basso.
Un giorno, mi domandai il motivo.
E, in me, nacque almeno una risposta.
Forse è atteggiamento anche derivante da comportamento di prudente sospettosa timorosa estrema osservazione che ebbi, in passato, quando feci camminate anche presso sentieri piuttosto isolati, e a volte fui armato come San Francesco.
NOWHERE STREET(!?) Infatti, mentre suppongo che il sindaco e il parroco che governarono Brescello non sarebbero in grado di altrettanto efficacemente governare Brescia, io sarei in grado di governare città fantasma.
Non considero i viaggi solitari che effettuai un po’ lontano da casa la probabile principale causa di atteggiamenti strani particolari mentali comportamentali che, a volte, anche involontariamente, ebbi o potrei avere; ciò nonostante, esperienze solitarie un po’ intimidenti un po’ difficoltose in zone inizialmente completamente sconosciute potrebbero avere contribuito alla creazione di episodi di visione inizialmente alterata di realtà non emergenziale normale quotidiana.
Eppure, io, persona spesso sola, in Finlandia, presso villaggio capoluogo di una isola poco abitata, in lingua straniera fui anche soprannominato ‘sole’ (sun).
In effetti, a volte, sono una persona allegra.